PROGETTO “PILLOLE DI STORIA TRENTINA IN VIDEO”
Il nostro obiettivo è diffondere la conoscenza della storia trentina in modo accattivante, educativo e culturalmente significativo, contribuendo così alla valorizzazione del patrimonio storico del Trentino. Il progetto si sta sviluppando con la partecipazione attiva dei nostri stagisti della classe quarta dell’Istituto Artigianelli di Trento.
“Pillole di Storia Trentina in Video” svolge un ruolo rilevante nel promuovere la conoscenza storica, preservare il patrimonio culturale, coinvolgere attivamente gli studenti e contribuire alla formazione di una comunità informata e consapevole della propria storia. Inoltre, contribuisce alla responsabilità sociale nei confronti della divulgazione accurata della storia e della preservazione del patrimonio culturale.
Trento, Tridentum Città sotterranea:
Nel sottosuolo del centro storico di Trento vive l’antica Tridentum romana, lo splendidum municipium, come lo definì l’imperatore Claudio nel 46 d.C. Verso la metà del I sec.a.C. per ragioni strategiche i Romani fondarono questa città, importante presidio a controllo della valle dell’Adige.
Trento Città dipinta: case affrescate:
Trento Città dipinta: case affrescate.
Trento città dipinta.
La presenza nel centro storico di Trento di numerose facciate di palazzi e case affrescate, ha fatto meritare in passato alla nostra città l’appellativo di “urbs picta”, ossia di città dipinta. Naturalmente nel corso dei secoli alcune di queste decorazioni sono andate perdute, ma, nonostante ciò, se ne conservano un numero così ragguardevole che ancora oggi gli affreschi delle facciate costituiscono un elemento che caratterizza fortemente il volto di Trento.
Ci troviamo in piazza del Duomo dove due edifici porticati e adiacenti esibiscono un
mirabile esempio di arte rinascimentale.
L’edificio di sinistra, affrescato da Marcello Fogolino, presenta temi mitologici e allegorici di notevole interesse. In alto a sinistra la dea fortuna signora dei destini umani, a seguire
l’occasione che rimanda alla locuzione latina “carpe diem” ed infine una allegoria della giustizia.
In basso, al centro, l’episodio della spada di Damocle.
Della decorazione policroma della casa di destra, merita la nostra attenzione la scena centrale dove un giovane ardimentoso tenta di salire una scala a pioli per raggiungere la virtù ma ad impedirgli l’impresa ci sono tre personaggi che lo trattengono con delle funi.
Sempre in piazza del Duomo, sulla facciata di palazzo Balduini, troviamo un affresco tardo quattrocentesco con una decorazione a motivi floreali di raffinata eleganza.
Nella vicina piazza Pasi, un tempo piazza delle opere, possiamo ammirare un affresco a soggetto
religioso riportato in luce durante il restauro condotto nel 2021. Oltre a San Rocco, San Sebastiano ed altri Santi, possiamo vedere una Santa Casa di Loreto e sullo sfondo il paesaggio del marchesato di Ancona.
Nella antica Contrada Larga, oggi via Belenzani, si incontra palazzo Alberti-Colico con una facciata variopinta a motivi floreali e geometrici.
Poco più avanti fa bella mostra di sé Palazzo Geremia, sede di rappresentanza del comune di Trento. L’affresco dei primi anni del Cinquecento copre l’intera facciata e presenta nel sotto gronda l’incontro dell’Imperatore Massimiliano I d’Asburgo con ambasciatori e nobili cittadini. Nella fascia centrale il riferimento alla vittoria delle truppe imperiali contro la Serenissima nella battaglia di Calliano del 1487 ed a seguire tre episodi di storia romana: Marco Curzio, Muzio Scevola e Tarquinio e Lucrezia. In basso, una ruota della fortuna ed un guardia portone. Di fronte si trova Palazzo Thun, sede del municipio cittadino, con una finta architettura a punte di diamante della seconda metà del Quattrocento.
Lungo Via Manci, un tempo Contrada Lunga, si può ammirare l’affresco geometrico con marcapiani a grottesca di Palazzo Pedrotti, sede della SAT, recentemente restaurato.
Al Canton, storico luogo d’incontro dei trentini, spicca palazzo Delmonte con scene affrescate che rimandano alle gesta mitologiche di Ercole simbolo di forza fisica ma anche di forza morale.
Passeggiando per le vie del centro storico, oltre a quelle che abbiamo visto, si possono ammirare numerose altre testimonianze di questa singolare e affascinante città dipinta. Ma per scoprirle vi invitiamo a farlo di persona. Vi aspettiamo dunque a Trento.
Trento Città del Concilio: I luoghi del Concilio:
Il 13 dicembre 1545, terza domenica di avvento, la piccola città di Trento si affaccia sulla scena mondiale. Quel giorno infatti prende ufficialmente avvio il diciannovesimo sinodo della Chiesa cattolica, successivamente passato alla storia con il nome dalla città che lo ospitò. Per 18 anni, seppure con due lunghe interruzioni, gli occhi dell’intero mondo cristiano sono puntati su questa piccola città adagiata nel cuore delle Alpi. Il Concilio tridentino ha innegabilmente rappresentato un evento di portata epocale che ha investito e influenzato non soltanto aspetti religiosi ma anche culturali, sociali ed artistici.
La processione inaugurale, diretta in Cattedrale, prende avvio dalla chiesa della Santissima Trinità, edificata 20 anni prima accanto a Palazzo a Prato una delle dimore nobiliari più eleganti e maestose di Trento dove, non a caso, alloggiavano i tre legati pontifici. Il palazzo oggi non esiste più in quanto nell’800 è stato distrutto da un incendio ed ora in suo luogo si trova il palazzo delle poste, un edificio in stile razionalista degli anni ’30. Sotto la loggetta del palazzo è visibile una interpretazione pittorica in chiave moderna di Luigi Bonazza della cerimonia di avvio dei lavori conciliari.
Poco più avanti, lungo la medesima via, svetta la medievale torre arcidiaconale meglio nota come torre del Massarello. Angelo Massarelli, vescovo marchigiano è noto per essere stato il segretario per tutta la durata del Concilio di Trento. In questo dipinto lo vediamo al centro dell’emiciclo in Santa Maria Maggiore intento a verbalizzare le discussioni di una congregazione generale. Davanti a lui è ritratto il Conte di Luna oratore e rappresentante del Re di Spagna.
Egli aveva trovato dimora nel nuovo palazzo Roccobruna, sempre in Via Santa Trinità, dove ancora oggi sopravvive al primo piano il grande salone a lui dedicato.
Seguendo sempre il percorso processionale siamo giunti alla Cattedrale dove i padri conciliari, al canto del Te Deum, entrarono solennemente dalla porta del Vescovo. La Cattedrale di San Vigilio è in assoluto il luogo simbolo del Sacro Concilio poiché qui si sono tenute le sessioni ufficiali e qui sono stati votati tutti decreti davanti al famoso Crocifisso del norimberghese Sixtus Frei. Questa commovente scultura, da sempre fonte di grande devozione per i trentini, proprio per il suo significato storico, alla fine del ‘600 ha trovato una sua specifica collocazione nella cappella barocca fatta costruire dal Principe Vescovo Alberti Poja.
Un’altra chiesa dove si svolsero i lavori conciliari è la rinascimentale Santa Maria Maggiore che dal 1562 al 1563 ospitò le congregazioni generali ossia le sedute preparatorie. Per consentire ai padri conciliari di poter udire i loro interventi, era stata approntata una tribuna di legno “a guisa di theatro” come si vede molto bene nel dipinto di Elia Naurizio oggi conservato al museo Diocesano. Nella volta alcune allegorie del Concilio opera del marchigiano Sigismondo Nardi.
Poco distante da Santa Maria, in via Belenzani, un tempo contrada larga, troviamo il cinquecentesco palazzo Geremia, la cui facciata è interamente affrescata. Nell’ultima fase del Concilio qui dimorò il Cardinale legato Ludovico Simonetta nobile milanese vescovo di Pesaro. Nell’edificio di Fronte, palazzo Thun, sede del municipio di Trento, prese invece alloggio il cardinale Ercole Gonzaga di Mantova giunto a Trento con 160 persone al seguito e con 20 cavalli. Alla sua morte avvenuta nell’inverno del 1563, vi subentrò il legato Cardinale Morone. Dalle cronache del tempo risulta che i due palazzi, per ragioni pratiche e di sicurezza, erano collegati fra loro da un ballatoio di legno.
Per concludere con i luoghi simbolo del Concilio tridentino, non si può fare a meno di citare il castello del Buonconsiglio. Pur non avendo alcun coinvolgimento diretto con i lavori conciliari, fu luogo di feste, balli, ricevimenti e celebrazioni. Fra le grandi feste tenutesi nel castello, assolutamente memorabile per fasto, è quella del “tionfo tridentino” organizzata dal p.v. Cristoforo Madruzzo per celebrare la vittoria di Carlo V nella battaglia di Muhlberg contro i protestanti.
Il percorso che abbiamo seguito lungo le vie del centro storico rappresenta i luoghi del Concilio più significativi ma non ha certo la presunzione di essere esaustivo poiché la città tutta è intrisa dalle memorie di questo storico evento.
Pillole di storia: Buonconsiglio.
Castellano o español :
Imponente, fascinante y seductor como solo puede ser una obra antigua, el castillo del Buonconsiglio domina la capital de la Región Autónoma de Trentino-Alto Adige desde lo alto de una pequeña elevación rocosa de la ciudad de Trento. El complejo del castillo, desarrollado a partir de mediados del siglo XIII alrededor de la Torre de Augusto, fue la residencia de los príncipes obispos tridentinos hasta la era napoleónica, siendo vasallos del Emperador del Sacro Imperio Romano. Siempre un lugar de poder, el castillo es testigo y guardián de gran parte de la historia de esta tierra situada en los límites del imperio.
El castillo, protegido por una robusta muralla, consta en su conjunto de elementos arquitectónicos bien distintivos: el Castelvecchio, que representa la parte más antigua, medieval; el Magno Palazzo del siglo XVI, expresión del Renacimiento; y la Giunta Albertiana, edificio del siglo XVII.
Y ahora, vamos a descubrir juntos algunas de las maravillas de este extraordinario monumento, ahora destinado a sede museística. Nos encontramos en el patio de Castelvecchio, un ambiente de notable atmósfera y encanto caracterizado por el pórtico construido en 1475 por Giovanni di Hinderbach, como atestigua esta inscripción.
Subiendo una elegante escalinata llegamos a la logia veneciana, donde turistas y visitantes quedan cautivados por la vista inesperada de la ciudad y las montañas circundantes. En el friso a lo largo de las paredes encontramos la serie de obispos trentinos hasta el comienzo del segundo milenio y una imponente representación de Carlos Magno.
En el gran salón gótico, por otro lado, se puede admirar la larga serie de príncipes obispos que gobernaron el territorio durante ocho siglos, y aquí se les presenta junto a los emperadores contemporáneos. Las salas contiguas exhiben una rica colección de estufas de cerámica de estilo tirolés trentino de diferentes épocas.
Dejando atrás Castelvecchio, a través de un puente colgante, llegamos al Magno Palazzo, la estructura renacentista de 1536, una obra de autocelebración del príncipe obispo Bernardo Cles. Este primer espacio está dominado, no por casualidad, en la bóveda, por el escudo de armas de la familia del comitente rodeado por las divinidades del Olimpo. A la derecha, el acceso a lo que solía ser el comedor reservado para la corte episcopal.
En el centro de la bóveda, la gran empresa clesiana de las 7 varas y en las lunetas los protagonistas de algunas fábulas de Fedro y Esopo. La Sala del Camin Nero, despojada después de la secularización de la gran chimenea de mármol, es admirable por los elegantes estucos en la bóveda y la alegoría de las 7 artes liberales.
La Sala de Audiencias es el espacio más prestigioso del primer piso y estaba reservada para la actividad política del príncipe obispo. En el lado occidental, los retratos de los monarcas Carlos V y Fernando I de Habsburgo, de quienes Cles era un colaborador de confianza. En el lado opuesto, el retrato del dueño de la casa con vestimenta cardenalicia. La sala conserva en parte el suelo original.
En la sala circular inferior, estucos refinados de artistas mantuanos enmarcan algunas escenas celebrativas de la vida de César, mientras que en las lunetas algunos emperadores romanos a caballo enfatizan el tema político y celebrativo.
La logia del Romanino es uno de los espacios arquitectónicos y artísticos más singulares del castillo. En el centro de la bóveda, el mito de Faetón que llama a la prudencia y en las lunetas escenas históricas y bíblicas alternadas con conciertos musicales.
La gran sala de recepción, con un espléndido techo de artesonado, y los apartamentos privados del prelado ocupan gran parte del segundo piso. Y, para concluir, la gran bodega excavada en la roca, junto a una sala maravillosamente decorada con frescos , donde los invitados podían degustar los exquisitos vinos.
Português:
Imponente, fascinante e sedutor como apenas uma obra antiga pode ser, o Castelo del Buonconsiglio domina a capital da Região Autônoma do Trentino-Alto Adige do alto de um pequeno afloramento rochoso à cidade de Trento. O complexo do castelo, desenvolvido a partir da metade do século XIII ao redor da Torre de Augusto, foi a residência dos príncipes-bispos tridentinos até a era napoleônica, vassalos do Imperador do Sacro Império Romano. Sempre um local de poder, o castelo é testemunha e guardião de grande parte dos eventos históricos desta terra situada nos limites do império.
O castelo, protegido por uma robusta muralha, é composto por elementos arquitetônicos distintos: o Castelvecchio, que representa a parte mais antiga, medieval, o Palácio Magno do século XVI, expressão do Renascimento, e a Giunta Albertiana, um edifício do final do século XVII.
E agora, vamos descobrir juntos algumas das maravilhas deste extraordinário monumento, agora transformado em um museu. Estamos no pátio do Castelvecchio, um ambiente de atmosfera e charme notáveis, caracterizado pelo pórtico construído em 1475 por Giovanni di Hinderbach, como atesta esta inscrição.
Subindo uma elegante escadaria, chegamos à loggia veneziana, onde turistas e visitantes ficam encantados com a vista inesperada da cidade e das montanhas ao redor. No friso ao longo das paredes, encontramos a série de bispos trentinos até o início do segundo milênio e uma imponente representação de Carlos Magno.
Na grande sala gótica, podemos admirar a longa série de príncipes-bispos que governaram o território por oito séculos, ao lado dos imperadores contemporâneos. As salas adjacentes exibem uma rica coleção de fogões de cerâmica da região do Tirol, de diferentes épocas.
Deixando o Castelvecchio, através de uma ponte suspensa, chegamos ao Palácio Magno, a estrutura renascentista de 1536, uma obra de autocelebração do príncipe-bispo Bernardo Cles. Este primeiro ambiente é dominado, não por acaso, no teto, pelo brasão da família do patrocinador, cercado pelas divindades do Olimpo. À direita, o acesso à antiga sala de jantar reservada à corte episcopal.
No centro do teto, a grande empresa clesiana das sete vergas e, nas lunetas, os protagonistas de algumas fábulas de Fedro e Esopo. A Sala do Camin Nero, despojada após a secularização da grande lareira de mármore, é admirável pelos elegantes estuques no teto e pela alegoria das sete artes liberais.
A Sala das Audiências é o ambiente mais prestigioso do primeiro andar e era reservada às atividades políticas do príncipe-bispo. No lado ocidental, retratos dos soberanos Carlos V e Fernando I de Habsburgo, dos quais Cles era um colaborador confiável. No lado oposto, o retrato do anfitrião vestido como cardeal. A sala preserva parte do piso original.
Na sala circular inferior, refinados estuques de artistas de Mântua enquadram cenas celebrativas da vida de César, enquanto nas lunetas alguns imperadores romanos a cavalo enfatizam o tema político e celebrativo.
A loggia do Romanino é um dos ambientes arquitetônicos e artísticos mais singulares do castelo. No centro do teto, o mito de Faetonte, que apela à prudência, e nas lunetas, cenas históricas e bíblicas alternadas com concertos musicais.
A grande sala de recepção, com um magnífico teto de caixotões, e os aposentos privados do prelado ocupam a maior parte do segundo andar. E, para concluir, a grande adega escavada na rocha, ao lado de uma sala maravilhosamente decorada com frescos, onde os convidados podiam saborear vinhos requintados.
English:
Majestic, fascinating, and seductive as only an ancient work can be, the Buonconsiglio Castle dominates the capital of the Autonomous Region of Trentino-Alto Adige from the top of a small rocky elevation near the city of Trento. The castle complex, developed from the mid-1200s around the Tower of Augustus, was, until the Napoleonic era, the residence of the Tridentine prince-bishops, vassals of the Emperor of the Holy Roman Empire. Always a place of power, the fortress is the witness and custodian of much of the historical events of this land located on the borders of the empire.
The castle, protected by a robust defensive wall, consists, as a whole, of well-defined architectural elements: Castelvecchio representing the oldest, medieval part; the sixteenth-century Magno Palazzo expressing the Renaissance; and the Giunta Albertiana, a building from the late 1600s.
And now, let’s discover together some of the wonders of this extraordinary monument, now serving as a museum. We find ourselves in the courtyard of Castelvecchio, an environment of remarkable atmosphere and charm characterized by the portico built in 1475 by P.V. Giovanni di Hinderbach, as attested by this inscription.
Ascending an elegant staircase, we reach the Venetian loggia where tourists and visitors are enchanted by the unexpected view of the city and the surrounding mountains. Along the walls, we find the series of Trentine bishops until the beginning of the second millennium and an imposing depiction of Charlemagne.
In the grand Gothic hall, we can admire the long series of prince-bishops who ruled the territory for eight centuries, juxtaposed with contemporary emperors. The adjacent rooms display a rich collection of olla stoves of Trentino Tyrolean craftsmanship from different eras.
Leaving Castelvecchio, through a suspended bridge, we arrive at the Magno Palazzo, the Renaissance structure of 1536, a self-celebratory work of the prince-bishop Bernardo Cles. This first space is dominated, not by chance, in the vault, by the coat of arms of the patron surrounded by the divinities of Olympus. On the right, the entrance to what used to be the dining room reserved for the episcopal court.
In the center of the vault, the great Clesian feat of the 7 rods, and in the lunettes, the protagonists of some fables of Phaedrus and Aesop. The Camin Nero room, despoiled after the secularization of the large marble fireplace, is admirable for the elegant stuccoes on the ceiling and the allegory of the 7 liberal arts.
The Audience Hall is the most prestigious environment on the first floor and was reserved for the political activities of the prince-bishop. On the western side, portraits of the sovereigns Charles V and Ferdinand I of Habsburg, of whom Cles was a trusted collaborator. On the opposite side, the portrait of the master of the house in cardinal attire. The room partially preserves the original floor.
In the lower circular hall, refined stuccoes by Mantuan artists frame some celebratory scenes of the life of Caesar, while in the lunettes, some Roman emperors on horseback emphasize the political and celebratory theme.
The loggia of Romanino represents one of the most unique architectural and artistic environments of the castle. In the center of the vault, the myth of Phaeton calling for prudence and in the lunettes, historical and biblical scenes alternate with musical concerts.
The grand representation hall with a splendid coffered ceiling and the private apartments of the prelate occupy much of the second floor and to conclude, the large cellar carved into the rock, accompanied by a wonderfully decorated hall with grotesques where guests could taste exquisite wines.
Duomo di Trento
Cattedrale di San Vigilio a Trento
Siamo in piazza del Duomo a Trento che è considerata, a ragion veduta, una delle piazze più scenografiche e incantevoli d’Italia. Basta uno sguardo d’insieme per rendersi conto della coesistenza armoniosa di stili diversi. Si passa dal Romanico della Cattedrale, di palazzo Pretorio e della torre civica, al pieno Rinascimento delle due case affrescate sul lato nord, testimonianza di quella che nel ‘500 era nota come la città dipinta, per finire con il Barocco della monumentale fontana del Nettuno, simbolo popolare della città.
Ma l’elemento centrale della piazza, quello che più di tutti cattura lo sguardo di chi giunge nel cuore del centro storico è sicuramente la cattedrale.
L’attuale edificio dedicato a San Vigilio, sorge, sul luogo ove alla fine del IV secolo il Santo Patrono aveva fatto edificare una prima basilica cimiteriale per accogliere le spoglie dei suoi tre collaboratori (Sisinio, Martirio e Alessandro) trucidati nel 397 a San Zeno, in Valle di Non.
Fu del principe vescovo Federico Vanga nel 1212 la decisione di sostituire la basilica vigiliana con una imponente Cattedrale, sul modello delle grandi chiese europee.
Edificata in solida pietra calcarea, ad opera di maestranze comacine, la cattedrale presenta sul lato che chiude la piazza alcuni elementi architettonici di grande pregio fra i quali spicca il duecentesco rosone.
Opera di ignoto artista, la scultura rappresenta l’allegoria della fortuna con la dea, posizionata al centro, muove a caso i raggi della ruota mentre sulla ghiera esterna dodici figure umane a basso rilievo seguono le alterne vicende umane. Al vertice si trova il fortunato che per celebrare il suo momento propizio brinda con due coppe di vino che stringe nelle mani. Sulla parte sinistra alcuni personaggi precipitano a capofitto verso la malasorte mentre sul lato opposto tentano di salire per raggiungere l’apice.
Sempre sul transetto nord si possono notare alcune scanalature nella pietra che si riferiscono alle antiche misure trentine qui incise per evitare imbrogli da parte dei mercanti quando nel medioevo in piazza si teneva il mercato.
Su questo altare un tempo venivano posti, al cospetto di una statua della Vergine, i corpi di coloro che morivano annegati nell’Adige per il riconoscimento. Per tale motivo la scultura, il cui originale si trova ora all’interno del Duomo, era chiamata “Madonna degli annegati”.
La facciata che è posta sul lato ovest secondo la consuetudine delle chiese antiche, è contraddistinta da un magnifico rosone trecentesco adornato da un Cristo benedicente e dai simboli degli Evangelisti.
Particolarmente elegante e ricca di simbolismo teologico la zona absidale dove troviamo riferimenti a Cristo nelle colonne annodate, nei grifoni e nel placido leone che domina dall’alto del protiro.
Entrando nel tempio sacro si è colti da un sorprendente ed inaspettato cambiamento di linguaggio rispetto allo stile architettonico esterno, stile che ci parla di un romanico di transizione.
Di notevole effetto scenografico, il grande altare barocco fu realizzato sul modello di quello del Bernini in San Pietro a Roma per adempiere ad un voto solenne rivolto dai trentini al Patrono Vigilio durante l’assedio dei francesi del 1703. Al centro della mensa le reliquie del Santo. Le colonne tortili sono state realizzate con pregiati marmi africani. Imponente il ciborio che al centro esibisce l’aquila della città per testimoniarne la committenza.
Le pareti del Tempio conservano ancora oggi un ragguardevole numero di affreschi originali del XIV e XV secolo. Durante i recenti restauri è stato portato in luce un affresco databile al 1320 con Madonna in trono, Gesù Bambino e San Giovanni Battista. L’affresco era in precedenza nascosto dal monumento funebre del principe vescovo Bernardo Cles ora collocato sulla parete opposta.
Di considerevole interesse e pregio artistico l’affresco trecentesco che in 8 episodi senza soluzione di continuità racconta la leggenda medievale di San Giuliano Ospitaliere che invano abbandona la casa paterna vagando per città e foreste al fine di scongiurare l’uccisione dei genitori per propria mano come profetizzato alla sua nascita.
Gli affreschi sottostanti sono di pittori diversi e rappresentano il martirio di San Giovanni Battista, una Madonna del latte, un Cristo in mandorla, un matrimonio mistico di Santa Caterina, una natività ed una morte della Vergine. Questi ultimi due sono di scuola giottesca.
Le pietre della Cattedrale non sono però soltanto architettura. Esse sono sono intrise di sacralità e di storia. A proposito di storia va ricordato che ci troviamo nella chiesa che fu la sede del famoso Concilio di Trento che per 18 anni, seppure a fasi alterne, dal 1545 al 1563 ha posto la nostra piccola città al centro del mondo cristiano.
E a ricordarci dell’evento ecco il Crocifisso davanti al quale sono stati approvati tutti i decreti conciliari. Ed è stato proprio per dare una degna collocazione a questa scultura che alla fine del ‘600 il principe Vescovo Giuseppe Alberti Poja ha fatto erigere la cappella che vediamo.
La decorazione di questo spazio sacro si sviluppa tutta attorno all’opera salvifica di Cristo. In alto, la tentazione di Adamo e Eva, e sulle pareti due grandi tele di Carlo Loth che rappresentano la Natività e la Resurrezione.
La cattedrale riserva tante altre curiosità che si possono scoprire soltanto con una visita sul posto. Arrivederci alla prossima puntata.