140° aniversario de la Migraciòn italiana a Mèxico.
A cura di Rigoberto Cordova Arroyo, presidente della Famiglia Trentina del Messico.
Gli italiani che arrivarono in Messico erano piccoli agricoltori di quattro province diverse: Lombardia, Piemonte, Trentino e Veneto, che non condividevano una cultura comune, poiché erano passati solo due decenni dall’unificazione del loro paese (1861) e tra le loro province e comuni c’erano differenze regionali e una grande varietà di dialetti, una situazione che si rifletteva nello sviluppo delle loro colonie in Messico.
I contadini italiani di montagna fuggirono dalle campagne, anche se non erano tra i più poveri, ma quelli che erano stati più colpiti dalla crisi degli anni precedenti, che li aveva costretti ad emigrare in cerca di lavoro. In questo senso, la propaganda diffusa dalle autorità messicane in Italia fu definitiva.
Come ci sono arrivati?
Uno dei mezzi utilizzati per promuovere i programmi di colonizzazione era la stampa. Il Raccoglitore e La Voce Cattolica erano giornali del Trentino in cui si parlava dei vantaggi di andare a vivere all’estero. Questo progetto fu sostenuto dal governo italiano, dall’opinione pubblica e dalla Chiesa attraverso i preti locali che insistettero sulla legalità dell’impresa. La Voce Cattolica del 10 settembre 1881 menzionava: “due famiglie composte da undici membri hanno ricevuto dal loro parroco […] la benedizione di partire domani per il Messico in cerca di pane e lavoro […] Dio conceda loro un buon viaggio e buona fortuna”.