Ritorno in Paraguay

A cura di Rosi Comitini

Mi chiamo Rosi Comitini e vivo in Sicilia, da secoli terra di conquista e di migrazione. Sin da piccola sapevo che mia nonna Maria era nata in un paese molto lontano dal nostro e di questo aveva solo pochi ricordi perché a otto anni il padre la portò in Sicilia. La piccola ,che parlava solo spagnolo, visse i primi anni tra il collegio e la casa dei nonni  mentre il padre viaggiava per motivi politici e di lavoro. Soltanto più tardi, venni a sapere che lei riceveva regolarmente lettere dalla madre rimasta in Paraguay. Non facevo domande perché nessuno dei miei familiari era propenso a rivelarmi qualcosa o forse , in realtà, conosceva ben poco di questa storia. Il loro silenzio faceva crescere la mia curiosità e ,pian piano, ebbi la consapevolezza che un giorno avrei raggiunto quella terra così lontana.

In quegli anni , molti paesi dell’America del Sud divennero meta preferita dei miei viaggi. Oggi posso dire che , probabilmente, sentivo già forte  il richiamo del paese dov’era nata Maria, ma che, nonostante ciò, non era ancora il momento di comprare il biglietto per il Paraguay. L’occasione giunse nell’estate del 2010, a seguito di una telefonata della sorella di mia madre che mi raccontava di un professore universitario che studiava i flussi migratori dalla Sicilia verso il Nuovo Continente. Venni così a sapere che  il mio bisnonno, alla fine del diciannovesimo secolo, fondò due colonie in Paraguay. Quella notizia ebbe l’effetto di mettere in moto in me la convinzione che era giunto il momento di partire per il Paraguay. Trovai ad accogliermi Luz (presidente delle famiglie trentine Paccher, Paraguay), discendente della sorella della mia bisnonna Teresa d’origine trentina. Come in un grande disegno che stava per compiersi, Luz e io ci trovammo unite e complici nella ricerca della storia delle nostre bisnonne e, da quel momento, lei divenne la mia guida in questo ritorno al passato seguendo la linea del tempo.