Dal Trentino

TRENTINO ALTO-ADIGE: A SAN LORENZO DI SEBATO LA STORIA È SCOLPITA NELLE DOLOMITI

Bolzano – Qui il tempo non passa: si deposita. Si raccoglie tra i filari d’uva aggrappati ai pendii, si posa sulle travi brunite dei masi, si annida tra i profumi di pane nero e legna arsa. A San Lorenzo di Sebato – San Lorenz an der Drau per chi lo chiama casa – ogni angolo parla una lingua antica, fatta di pietra, silenzio e memoria.

A pochi chilometri da Brunico, il borgo si svela con discrezione. Nessuna scenografia artefatta: solo un reticolo di case in pietra e legno, tetti spioventi, fiori alle finestre, e un’atmosfera che pare sospesa, come un respiro trattenuto. Il cuore antico batte sotto la piazza, dove un tempo passavano le legioni romane. Proprio qui sorgeva Sebatum, stazione militare e punto di snodo sulla via Claudia Augusta. Oggi lo racconta il Museo Mansio Sebatum, non con tabelle fredde, ma con reperti autentici: anfore, monete, lucerne che hanno ancora l’odore del suolo da cui sono emerse. Salendo poco più in alto, il Sentiero Archeologico intreccia il bosco e la storia: tra felci e radici contorte, le tappe scandiscono i secoli come un rosario laico.

E poi ci sono i castelli. Quello di San Michele si arrampica su uno sperone roccioso come un guardiano severo, con le sue torri in rovina e un silenzio che sa di medioevo. Castel Badia, invece, accoglie: oggi è un elegante B&B, ma un tempo fu monastero benedettino, e se ne sente ancora il passo lieve tra i corridoi. Camminando tra le frazioni – ce ne sono dieci – si entra in un’altra dimensione. A Sares, la minuscola chiesa della Madonna Nera è un rifugio di raccoglimento: una statua scura, avvolta da luci tremolanti e profumo d’incenso, racconta la fede semplice e profonda di queste montagne. La chiesa parrocchiale di San Lorenzo è un microcosmo d’arte. Al suo interno, una delle opere più toccanti dell’Alto Adige: la Madonna dell’Uva, dipinta da Michael Pacher nel Quattrocento, guarda dolcemente verso il basso, un grappolo tra le mani e uno sguardo che sa di attesa, maternità, ritorno.

Il borgo, tuttavia, non vive solo di passato. Quando arriva maggio, i trattori si mettono in fila per la benedizione, tra campane a festa e profumo di speck e strudel. Ad agosto, durante la sagra patronale, la piazza si accende: bande in costume, bambini scalzi che rincorrono bolle di sapone, bancarelle di miele, lana e formaggi. Ogni estate, il giovedì sera si balla in strada: fisarmoniche, risate, e quel senso di appartenenza che qui non si è mai perso.

Chi arriva trova spazio per muoversi: una ciclabile taglia la valle, tra prati verdi e masi secolari. D’inverno, lo skibus ti porta sulle piste del Plan de Corones, ma basta restare anche solo per ascoltare il rumore delle ciaspole sulla neve fresca, o il canto acuto delle lame sui pattini nella pista del paese. San Lorenzo non ti accoglie come turista, ma come parente. Nei masi trasformati in agriturismi, nei tavoli imbanditi con canederli e crauti, nei saluti sinceri dei contadini che ti passano accanto senza fretta. Non è un luogo da fotografare e lasciare. È un luogo in cui tornare. E, per chi ha radici lontane, è il punto da cui tutto ha avuto inizio.

COME ARRIVARE

San Lorenzo di Sebato è comodamente raggiungibile in auto attraverso l’autostrada A22 del Brennero, uscita Bressanone-Val Pusteria, per poi proseguire sulla SS49 della Val Pusteria in direzione Brunico. In treno, si arriva con i convogli regionali lungo la linea ferroviaria Fortezza–San Candido, con fermata direttamente a San Lorenzo di Sebato. L’aeroporto più vicino è quello di Bolzano.

ALTRI LUOGHI DA VISITARE

Oltre al fascino del borgo, la zona circostante è ricca di attrazioni. A pochi chilometri si trova Brunico, con il suo castello e il Museo Messner Mountain, che racconta la cultura alpina. Chi cerca il contatto con la natura può avventurarsi nel Parco Naturale Vedrette di Ries-Aurina, oppure visitare le cascate di Riva.

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